[Topi_di_biblioteca] un topo se ne va

[Labanchi Silvia]

Caro Federico, che tristezza!

La formazione e lo spettacolo che abbiamo condiviso con te, non solo mi sono piaciuti tanto, ma mi hanno dato forza ed entusiasmo. 
L' energia, la tua, è davvero contagiosa.

Visto che siamo in vena di citazioni malinconiche:
"Ripenso al tuo sorriso e per me è come lo scorgere l'acqua limpida per caso tra i sassi di un greto, un piccolo specchio d'acqua in cui puoi vedere le infiorescenze dell'edera sotto un bianco cielo senza nuvole

Questo è il mio ricordo, non saprei dire, amico lontano, se il tuo volto nasconde un'anima libera e ingenua oppure sei uno di quelli che errano estenuati dal male del mondo portando con sé il proprio dolore come un talismano....

Un abbraccio Silvia

Un abbraccio Silvia
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> Il giorno 28 ott 2016, alle ore 18:29, marcoysabina <marcoysabina a teletu.it> ha scritto:
> 
> Che perdita, Federico!
> Mercoledì andrò a scuola col lutto al braccio. Meno male che continuerai a essere con noi come formatore, ma è una consolazione magra. Mi dispiace veramente, e in questo momento il dispiacere personale prevale sull'incazzo politico, che pure c'è. Ma a questo proposito sento che comincia a serpeggiare dentro di me una specie di velenosa rassegnazione: mi viene in mente la battuta finale di un noto film di Polansky: "Lascia perdere, è Chinatown", che manifestava il senso di impotenza del protagonista rispetto alla possibilità di cambiare le cose. Forse sto davvero diventando vecchio. Ma tu, avvilirti? Tu giovane, bravissimo e ottimista? Eh no! Lascia queste malinconie a noi pessimisti ultrasessantenni.
> Un abbraccio.
> Marco
> Da: "Topi_di_biblioteca" topi_di_biblioteca-bounces a lists.boll900.it
> A: topi_di_biblioteca a lists.boll900.it
> Cc:
> Data: Fri, 28 Oct 2016 13:33:31 +0200
> Oggetto: [Topi_di_biblioteca] un topo se ne va
> 
> > Cari amici,
> >
> > purtroppo ho saputo ieri sera, per puro caso, dalla Renata (l'ho
> > incontrata al bar), che ho perso il posto al Kandinsky. E' in fondo per
> > me la solita storia. La conosco. Tuttavia ogni volta penso a chi ha
> > permesso che un sistema simile possa essere applicato (e ben prima di
> > Renzi, suvvia). Penso a tutti i colpevoli di questo suicidio della
> > scuola pubblica. Non posso fare a meno di pensare a quello che i miei
> > studenti penseranno della scuola, di me, e del mio successore. E dei
> > dirigenti, e dei governanti, e degli adulti in generale. Un danno
> > peggiore del terremoto, nelle coscienze, nella stima e nell'autostima,
> > che sono strettamente correlate. Sono profondamente avvilito, come
> > persona, come insegnante, come padre e come educatore.
> >
> > Se ne ho agganciato qualcuno, e sono convinto di averne agganciati, so
> > che sarà difficile recuperarli, perché vedono che qualsiasi punto di
> > riferimento è un nulla, un fuoco fatuo, che scompare con una
> > convocazione; e la relazione umana, il guardarsi negli occhi e capirsi
> > nel tempo, nell'impegno comune, nel costruire pensiero critico e
> > convincimenti comuni crolla come una chiesetta medievale a Norcia. Tutto
> > quello che di nuovo, di utile, di serio vogliamo costruire diventa una
> > risata grottesca, una sigla, un pon, ptof, quoz, cuoz, caz, che mi
> > sembra la fontana malata. Comunque non smetto, e mi considero sempre e
> > comunque un kandiskiano.
> >
> > Un bacio a tutti
> >
> > Federico
> >
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